DVR: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

DVR Specifico MMC

Per Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC), si intendono le attività di trasporto, sostegno, sollevamento, deposito, spinta e traino di un peso ad opera di uno o più lavoratori.

Il Datore di Lavoro deve effettuare la Valutazione del Rischio da Movimentazione Manuale dei Carichi (DVR MMC), analizzando le attività che possono portare all’insorgenza di patologie a carico della zona dorso-lombare.

Il DVR MMC deve essere redatto prendendo in considerazione alcuni fattori tra i quali ad esempio:

  • Ambienti di lavoro
  • Caratteristiche del carico
  • Fattori individuali
  • Sforzo fisico richiesto
  • Ritmi, frequenza e tempi di riposo

In base ai rilievi che vengono effettuati sul luogo di lavoro si va ad approfondire la valutazione con la metodologia più adatta.

Di seguito i metodi di valutazione della Movimentazione Manuale dei Carichi più conosciuti ed usati.

LE NORME UNI ISO 11228 E LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI, TRAINO SPINTA E MOVIMENTI RIPETUTI

UNI ISO 11228-1 “Ergonomia – Movimentazione manuale – Parte 1: Sollevamento e spostamento”

Per quanto concerne la valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi, la norma UNI ISO 11228-1 suggerisce un approccio simile al noto metodo NIOSH (1993), confrontando, per ogni azione di sollevamento, il cosiddetto Peso Limite Raccomandato al peso effettivamente movimentato, attraverso un’equazione che, a partire da un peso massimo sollevabile in condizioni ideali, considera l’eventuale esistenza di fattori lavorativi sfavorevoli introducendo nell’equazione fattori moltiplicativi che per ciascun fattore considerato possono assumere valori compresi tra 0 e 1.

I fattori di rischio considerati nella norma UNI ISO 11228-1 e nel metodo NIOSH corrispondono ai principali elementi di rischio lavorativo citati nell’Allegato XXXIII del D.Lgs. 81/08.

La norma UNI ISO 11228-1 propone vari pesi iniziali in relazione alla popolazione prevista di utilizzatori (maschi, femmine, lavoratori adulti, lavoratori particolari). Per l’applicazione del metodo generalmente si considerano come pesi ideali massimi 25 kg per gli uomini e 20 kg per le donne.

UNI ISO 11228-2 “Ergonomia – Movimentazione manuale – Parte 2: Spinta e traino”

Per quanto riguarda la valutazione del rischio dovuto alle azioni di traino-spinta, la norma UNI ISO 11228-2 offre indicazioni per la valutazione dei fattori di rischio ritenuti rilevanti per le azioni manuali di spinta e traino, e prevede due metodi di valutazione: un metodo “generale” ed un metodo “specialistico”.

L’approccio cosiddetto “generale” è riconducibile in sostanza al metodo “Snook Ciriello” e si basa sull’utilizzo di tavole-tabelle sperimentali da cui ricavare i valori limite raccomandati da confrontare con i valori misurati delle azioni di traino e/o spinta. Tale metodo per la valutazione del rischio connesso con le azioni di traino spinta richiede di poter misurare la forza richiesta per effettuare tali attività.

Il Metodo “specialistico” è un metodo complesso che consente di effettuare la valutazione sulla base dei dati demografici ed antropometrici della popolazione in esame. A causa della sua complessità, di fatto risulta un metodo di scarsa utilità pratica.

MISURAZIONI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA TRAINO SPINTA (IL DINAMOMETRO)

Per la misurazione e la valutazione degli sforzi che producono esposizione al rischio da sovraccarico biomeccanico dell’apparato muscolo-scheletrico (ed in particolare del rachide), quali le azioni di traino, spinta e trasporto in piano, nonché quelle di sollevamento e/o abbassamento di carichi, viene utilizzato il dinamometro, strumento per la misurazione della forza.

UNI ISO 11228-3 “Ergonomia – Movimentazione manuale – Parte 3: Movimentazione di piccoli carichi con grande frequenza”

Le norme UNI ISO 11228-3 e ISO TR 12295 trattano la valutazione del rischio di movimenti ripetuti.

La metodologia normalmente applicata per la valutazione del rischio da movimenti ripetuti si compone di due fasi: la prima fase consiste nello screening iniziale basato sull’uso di una check-list proposta dalla norma ISO TR 12295, e qualora necessario si prosegue con la seconda fase, più dettagliata, che rimanda ad affermati e complessi metodi di analisi riconosciuti a livello internazionale, con una espressa preferenza per il Metodo OCRA (Occupational Ripetitive Actions).

Tale analisi richiede una specifica verifica di tutti i “micromovimenti” compiuti, effettuabile utilizzando riprese video.

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